In this study a set of Venetian sesino coins, minted over a period ranging from 1554 until 1605, have been investigated in order to shed light on some aspects of the so‐called mistura (mixture) alloy. The widespread diffusion of these relatively low‐value coins of the Venetian Republic, commonly used in commercial transactions in the second half of 16th century, also outside the territories of the Republic, makes them an important proxy to be used in the reconstruction of the political and historical events of the period.
The specific issue of the actual composition of the mistura alloy is herewith addressed for the first time, using a combined approach based on X‐ray fluorescence and X‐ray diffraction nondestructively applied to the analysis of the samples.
It turns out that the mistura alloy, traditionally regarded as a Cu‐Ag two phase alloy, over the latest period of circulation of the sesinocoins, was actually made of copper only, still containing minor concentrations of lead, to be regarded as an impurity of the alloy and not as an intentional addition.
Si è tenuto ad Ala (TN) lo scorso 14 Dicembre, alle 20:30, presso l’Auditiorium della Cassa Rurale Vallagarina la prima conferenza sui sesini veneziani relativi alla raccolte numismatiche di proprietà del Comune di Ala (TN).
La conferenza si è tenuta con il patrocinio del Comune di Ala, rappresentato dal Vicesindaco dr.ssa Tomasi, e dall’Università di Trento, Laboratorio di Beni culturali presso il Dipartimento di ingegneria Industriale.
Da parte nostra abbiamo curato la presentazione al pubblico intervenuto delle analisi dei materiali svolte presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento e la Fondazione Bruno Kessler di Trento, mentre la parte numismatica è stata curata dalla dr.ssa Beate Marcinik.
Il titolo della presentazione della conferenza ad Ala (TN)
Introduzione del Vicesindaco di Ala (TN) dr.ssa Tomasi
Introduzione storica della conferenza ad Ala (TN)
Il contesto storico
I sesini furono introdotti nella Repubblica di Venezia durante il governo del Doge Francesco Donato (1545-1553) al fine di consolidare la propria presenza nei territori dell’entroterra. Il Consiglio dei Dieci ne ordinò la sua prima coniazione per decreto nel 19 Ottobre del 1547. Si trattava di una nuova moneta in mistura di argento e rame, dove il metallo prezioso era meno del 50%.
La penisola italiana nel XVI secolo
Il sesino fu una moneta che ebbe notevole successo in campo commerciale soprattutto per le transizioni quotidiane, dato il modesto valore rispetto alle monete argentee chiamate “ducati”. I sesini erano anche definiti doppi quattrini. Il loro valore era equivalente a otto piccoli denari, anch’essa una moneta a in mistura a basso tenore di argento. I piccoli denari erano a loro volta soprannominati piccioli e, per il modesto valore, presto ribattezzati dal popolo bagattini. Dodici piccioli erano equivalenti ad un soldo veneziano.
Il sesino fu largamente accettato anche al di fuori dei territori della Repubblica; a riprova della sua ampia circolazione, si hanno numerosi ritrovamenti in diversi scavi archeologici in molte aree del Trentino Alto Adige.
Sfortunatamente, con il successo iniziarono anche la produzione di contraffazioni da parte di diverse zecche del nord Italia (tra le quali Masserano, Passerano, Frinco). La produzione clandestina di monete, non solo sesini ma anche monete di più alto valore era un problema ben noto al Senato veneziano sin dal XIII secolo, e causò danni ingenti all’economia della Repubblica di Venezia, che dovette intervenire in maniera decisa.
Il Senato di Venezia ordinò in una prima fase il ritiro delle monete, la loro rifusione e riconiatura con una nuova legenda. In una seconda fase, visto il continuare delle contraffazioni, i sesini furono aboliti con decreto del 15 Dicembre 1600. Le nuove emissioni furono sospese per sempre nel corso del 1603, e non furono più riprese.
Si terrà ad Ala (TN) il prossimo 14 Dicembre, alle 20:30, la prima conferenza sui sesini veneziani relativi alla raccolta numismatica di proprietà del Comune di Ala (TN), di cui saremo relatori per la parte di analisi dei materiali svolta presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento.
In allegato la locandina dell’evento.
Il contesto storico
I sesini furono introdotti nella Repubblica di Venezia durante il governo del Doge Francesco Donato (1545-1553) al fine di consolidare la propria presenza nei territori dell’entroterra. Il Consiglio dei Dieci ne ordinò la sua prima coniazione per decreto nel 19 Ottobre del 1547. Si trattava di una nuova moneta in mistura di argento e rame, dove il metallo prezioso era meno del 50%.
La penisola italiana nel XVI secolo
Il sesino fu una moneta che ebbe notevole successo in campo commerciale soprattutto per le transizioni quotidiane, dato il modesto valore rispetto alle monete argentee chiamate “ducati”. I sesini erano anche definiti doppi quattrini. Il loro valore era equivalente a otto piccoli denari, anch’essa una moneta a in mistura a basso tenore di argento. I piccoli denari erano a loro volta soprannominati piccioli e, per il modesto valore, presto ribattezzati dal popolo bagattini. Dodici piccioli erano equivalenti ad un soldo veneziano.
Il sesino fu largamente accettato anche al di fuori dei territori della Repubblica; a riprova della sua ampia circolazione, si hanno numerosi ritrovamenti in diversi scavi archeologici in molte aree del Trentino Alto Adige.
Sfortunatamente, con il successo iniziarono anche la produzione di contraffazioni da parte di diverse zecche del nord Italia (tra le quali Masserano, Passerano, Frinco). La produzione clandestina di monete, non solo sesini ma anche monete di più alto valore era un problema ben noto al Senato veneziano sin dal XIII secolo, e causò danni ingenti all’economia della Repubblica di Venezia, che dovette intervenire in maniera decisa.
Il Senato di Venezia ordinò in una prima fase il ritiro delle monete, la loro rifusione e riconiatura con una nuova legenda. In una seconda fase, visto il continuare delle contraffazioni, i sesini furono aboliti con decreto del 15 Dicembre 1600. Le nuove emissioni furono sospese per sempre nel corso del 1603, e non furono più riprese.
Dall’11 al 13 Ottobre abbiamo preso parte all’EXSA Quant 2017, un workshop congiunto alla riunione della Fundamental Parameter Initiative.
Circa 75 colleghi, tra cui 25 studenti, hanno partecipato a una settimana di intenso dibattito e scambio scientifico sul tema “Metodi quantitativi nella spettrometria a raggi X”. Due giorni di lezioni preliminari hanno introdotto gli studenti sull’argomento, mentre il seminario comprendeva discussioni sulla ricerca in corso e due vivaci discussioni, una sui Parametri fondamentali e l’altra sull’imaging micro-XRF.
Inoltre, l’area dedicata alla presentazione dei poster ha riscontrato un grande successo e ha fornito una piattaforma eccellente per i partecipanti per mostrare la ricerca scientifica che ha completato le sessioni in corso durante il workshop.
EXSA Quant 2017 – Foto di Gruppo al’EXSA Workshop di fronte alla sede del PTB di Berlino (D) – Copyright M. Waehmer, PTB 2017
Da parte nostra, abbiamo presentato il poster “Characterization of Venetian coins sesini (XVI century) through a combined XRF/XRD quantitative approach” D. Martorelli(1,2), M. Bortolotti(1), L. Lutterotti(1), G. Pepponi(2), B. Marcinik (collaborazione tra (1) Università di Trento, Department of Industrial Engineering, Via Sommarive 9, 38123 Trento, (2) Center for Materials and Microsystems, Fondazione Bruno Kessler, Via Sommarive 18, 38123 Trento). Il poster ha riguardata l’analisi non distruttiva ai raggi X (in tecnica combinata XRF/XRD) di antiche monete veneziane del XVI secolo, chiamate sesini, di prorpietà del Comune di Ala (TN) e oggetto di analisi quantitativa ai fine della ricostruzione del contenuto in lega argento-rame e dei contaminanti e fasi di corrosione presenti sulla superficie delle monete, autenticate dalla numismatica dr.ssa Beate Marcinik.
Un premio poster è stato organizzato per riconoscere ad un dottorando che ha dimostrato una ricerca di alta qualità presentata in formato poster e ha evidenziato le prospettive scientifiche del lavoro.
Il premio per il miglior poster è stato assegnato a Malte L. Wansleben per il suo lavoro su “A compact and calibratable von-Hamos X-Ray Spectrometer based on full-cylindrical HAPG mosaic crystals“.