Mamme penalizzate sul lavoro e sulla pensione

Il 30% delle donne occupate ha lasciato il lavoro dopo la gravidanza. A dirlo è l’Istat, sottolineando che il tasso di abbandono del lavoro per le donne al di sotto dei 50 anni (nate dopo il 1964) è al 25%. Il dato risente anche della crisi: tra il 2005 e il 2012 il tasso di abbandono è passato dal 18,4% al 22,3%. Il nostro Paese, dunque, è ancora caratterizzato da una alta sproporzione dei ruoli nella coppia, solo il 28% delle ore di lavoro di cura della coppia con figli sono svolte dagli uomini. Colpa anche di una bassa offerta dei servizi per l’infanzia che rende sempre più difficile per le donne conciliare il doppio ruolo (lavoratrice e madre), soprattutto per le neo mamme (dal 38,6% del 2005 al 42,7% del 2012).

Se si guarda oltre la maternità, risulta comunque che quasi una donna su quattro (22,4%) con meno di 65 anni interrompe l’attività lavorativa per motivi familiari, contro appena il 2,9% degli uomini. Oltre ad avere più interruzioni per motivi familiari, i percorsi lavorativi delle donne sono più spesso caratterizzati da lavori atipici: tra gli occupati, di età compresa tra i 16 e i 64 anni nel 2009 solo il 61,5% delle donne ha avuto un percorso interamente standard, contro il 69,1% degli uomini.

Inoltre, dagli anni ’90 è progressivamente aumentato il part-time femminile (dal 21% del 1993 al 32,2% del 2014), con conseguenti minori livelli medi di retribuzione e importi più bassi dei contributi versati. A ciò va aggiunto che la quota delle lavoratrici irregolari è superiore a quella maschile, con un valore pari all’11,1% contro l’8,9% (media triennio 2010-2012).

Il gap di genere presenta sostanziali divergenza anche dopo. Lo scorso anno (2014) la maggioranza delle donne (52,8%), rispetto ad appena un terzo degli uomini, ha percepito redditi pensionistici mensili inferiori a mille euro ( il 15,3% è sceso sotto i 500 euro). I dati provvisori dicono che solo il 10,2% delle pensionate percepisce un reddito mensile pari o superiore ai 2 mila euro, rispetto al 23,9% dei pensionati maschi. Fonte: http://www.giornatanazionaledellaprevidenza.it